Avv. Maria Francesca Lorusso

STUDIO LEGALE

Avv. Maria Francesca Lorusso

CHI SONO
Avvocato Internazionalista
L′Avv. Maria Francesca Lorusso si occupa di questioni di profilo civilistico, afferenti al diritto internazionale, internazionale privato, dell′immigrazione, diritti umani, protezione internazionale, diritti LGBTQIA+, offrendo supporto legale nella fase contenziosa e non contenziosa.
Legata al mondo dell′associazionismo, sia a livello nazionale (Socia ASGI - ASSOCIAZIONE STUDI GIURIDICI SULL′IMMIGRAZIONE dal 2012, Consulente Legale Spertello Pari Opportunità, Socia CAMMINO - CAMERA NAZIONALE AVVOCATI PER LE PERSONE, PER I MINORENNI E PER LE FAMIGLIE dal 2018) che locale (Socia ACOS - Associazione di contrasto alla prostituzione schiavizzata - dal 2015) promuove attività di sensibilizzazione sul territorio, progettazione di percorsi di inclusione, analizzando il quadro geopolitico del fenomeno migratorio ed una analisi delle prospettive di integrazione/inclusione. ...
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LO STUDIO
Lo Studio Legale
Lo Studio svolge attività contenziosa e stragiudiziale in ambito nazionale, comunitario ed internazionale nel campo del diritto civile, rappresentando e assistendo privati, enti pubblici e imprese nazionali e straniere.
Lo Studio opera principalmente nel campo dei diritti umani, del diritto internazionale, del diritto civile e del diritto amministrativo, assistendo una variegata clientela nazionale e internazionale. Negli ambiti di sua specializzazione, lo Studio può contare su solide partnership professionali e su un'ampia rete di qualificati consulenti esterni che permette di seguire i clienti in diverse giurisdizioni.
Lo Studio offre assistenza legale a privati, aziende e istituzioni proprio in ragione del coinvolgimento di diverse branche del diritto nel fenomeno migratorio generale (amministrativo, civile, penale, minorile, internazionale, privato). Il continuo mutare di norme sostanziali e procedimentali rende necessaria una formazione costante, che lo Studio matura con continui aggiornamenti.
Lo Studio offre ai propri assistiti meno abbienti la possibilità di essere rappresentati in giudizio, sia per agire che per difendersi, a spese dello Stato, attraverso il gratuito patrocinio.
PATROCINIO A SPESE DELLO STATO
PER I NON ABBIENTI
La persona non abbiente può richiedere la nomina di un avvocato e la sua assistenza a spese dello Stato. L'istituto del patrocinio a spese dello Stato vale nell'ambito di un processo civile ed anche nelle procedure di volontaria giurisdizione (separazioni consensuali, divorzi congiunti, ecc.). L'ammissione al gratuito patrocinio è valida per ogni grado del processo e per le procedure connesse.
Per essere ammessi al patrocinio a spese dello Stato è necessario che il richiedente sia titolare di un reddito annuo imponibile, risultante dall'ultima dichiarazione, non superiore a Euro 11.493,82 (d.m. 16 gennaio 2018 in GU n. 49 del 28 febbraio 2018). Se l'interessato convive con il coniuge, l′unito civilmente o con altri familiari, il reddito è costituito dalla somma dei redditi conseguiti nel medesimo periodo da ogni componente della famiglia, compreso l'istante. Eccezione: si tiene conto del solo reddito personale quando sono oggetto della causa diritti della personalità, ovvero nei processi in cui gli interessi del richiedente sono in conflitto con quelli degli altri componenti il nucleo familiare con lui conviventi.
Possono richiedere l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato:
  • I cittadini italiani
  • Gli stranieri, regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale al momento del sorgere del rapporto o del fatto oggetto del processo da instaurare
  • Gli apolidi
  • Gli enti o associazioni che non perseguono fini di lucro e non esercitino attività economica
Documenti: copia di un documento di identità valido, generalità anagrafiche e codice fiscale del richiedente e dei componenti il suo nucleo familiare, l'attestazione dei redditi percepiti l'anno precedente alla domanda, in autocertificazione.
AMBITI D′INTERVENTO
DIRITTO INTERNAZIONALE PRIVATO E DELL'IMMIGRAZIONE
Racchiude le principali regole per disciplinare una situazione che ha elementi di estraneità con il nostro diritto, elementi che riportano ad un diritto straniero che bisogna capire se e come applicare. Parlare di “diritto applicabile” significa intraprendere uno studio volto a capire quale ordinamento giuridico si debba applicare ad una determinata situazione. La disciplina del “diritto applicabile” è situata nel titolo III della Legge 31 maggio 1995, n. 218 (recante: Riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato), suddiviso in diversi capi, aventi ad oggetto: capacità e diritti delle persone fisiche; persone giuridiche; rapporti di famiglia; adozione; protezione degli incapaci e obblighi alimentari; successioni; diritti reali; donazioni; obbligazioni contrattuali; obbligazioni non contrattuali. Lo studio affronta questioni che spesso hanno elementi di estraneità rispetto al nostro diritto interno e coinvolgono altri ordinamenti e giurisdizioni attraverso specifici criteri di collegamento. E' uno studio molto articolato che tuttavia garantisce una tutela piena nella regolamentazione dei rapporti avvalendosi, oltre che degli strumenti indicati dalle convenzioni internazionali, di informazioni acquisite per il tramite del Ministero della Giustizia, e interpellare esperti o istituzioni specializzate. Le questioni afferenti il fenomeno migratorio, qualunque ne sia il motivo (da lavorativo, familiare, migrazione forzata etc) rappresentano necessariamente elementi di estraneità che vanno trattati con la massima attenzione alla persona.
DIRITTI UMANI
La protezione dei diritti umani costituisce uno dei settori caratterizzanti di attività dello Studio, il quale mette a disposizione le proprie competenze ed esperienze acquisite nella gestione di ogni tipologia di contenzioso in materia di diritti umani dinanzi alle giurisdizioni interne.
In particolare, si assistono e rappresentano soggetti privati che si pretendono vittime di violazioni dei diritti umani, sia a livello nazionale sia dinanzi ad organi internazionali giudiziali o quasi-giudiziali di protezione dei diritti umani (quali, ad esempio, la Corte europea dei diritti dell′uomo, la Corte di giustizia dell′UE, il Comitato dei diritti umani, il Comitato contro la tortura, ecc.).
Il concetto di dignità della persona e l’elaborazione sociopolitica dello spessore dei suoi diritti fondamentali si misurano anche sul grado di protezione che i singoli contesti nazionali intendono accordare a quegli individui stranieri che, in determinati momenti e contesti storici, per cause oggettive o soggettive, si trovano in condizioni di grave pregiudizio se non in pericolo di vita. L’identità politica di un ordinamento nazionale si misura anche dalle modalità con cui, quale strumento deputato anche al dialogo internazionale, intende porsi come soggetto garante dei diritti fondamentali delle persone che transitano sul suo territorio, e che, per necessità evidenti, debbano esservi accolte e protette.
L’elaborazione culturale del concetto di rifugiato, prende le mosse dalla Convenzione di Ginevra, ne supera la cornice storica, e si modella sulla base delle dinamiche sociopolitiche delle comunità nazionali in uno alla elaborazione internazionale dei diritti della persona. La definizione giuridica di “rifugiato” presenta margini di interpretazione che si ampliano o si restringono a seconda delle condizioni politiche e delle pratiche di riconoscimento sociale, e per evitare che l’eccesso di discrezionalità nazionale si traduca in una discriminazione nel riconoscimento dei diritti della persona, occorrerebbe mantenere ferma la prospettiva secondo la quale il “rifugiato” esiste quale categoria sociologica in quanto direttamente prodotta dai trattamenti, istituzioni e pratiche della persecuzione o dell’oppressione che costringono gli esseri umani alla fuga.
DIRITTO CIVILE E COMMERCIALE
Lo Studio offre un'ampia gamma di servizi di consulenza e assistenza legale, sia stragiudiziale sia giudiziale e arbitrale, in materia civile e commerciale destinata essenzialmente a privati, professionisti e piccole-medie imprese in Italia e all′estero.
Grazie alle competenze specialistiche acquisite nel settore internazional-privatistico, lo Studio viene spesso chiamato ad occuparsi di controversie transfrontaliere o transnazionali, in cui sono coinvolti soggetti stranieri residenti in Italia ovvero soggetti italiani residenti all′estero.
Lo Studio ha maturato esperienza in materia di responsabilità civile contrattuale ed extracontrattuale, di contrattualistica interna e internazionale, di recupero crediti nei confronti di privati e pubbliche amministrazioni.
DIRITTO DI FAMIGLIA
Lo Studio si occupa di tutti gli aspetti giuridici della famiglia, della convivenza di fatto e delle unioni civili, con particolare riferimento alle procedure – consensuali o giudiziali – di risoluzione della crisi coniugale, separazione e divorzio, ed alla responsabilità dei genitori per l’inadempimento dei doveri genitoriali nei confronti dei figli.
Nelle procedure più conflittuali, quando le separazioni e i divorzi sollevano altresì profili – talvolta gravi – di rilevanza penale, lo Studio assiste i Clienti coinvolti in qualità di persone offese, imputati o indagati, anche con il supporto di qualificati professionisti: psichiatri, medici legali, psicologi.
L’attività professionale svolta in materia familiare, ad ogni modo, tenta di superare il tradizionale ruolo di assistenza per assumere una funzione di mediazione, di salvaguardia degli aspetti emotivi sottesi alle fattispecie, di tutela dei fondamentali interessi della prole. Tentiamo sempre, nella pratica del diritto di famiglia, di “responsabilizzare” il Cliente protagonista della crisi familiare, dissuadendolo da intenti gratuitamente finalizzati a danneggiare la controparte e scoraggiando le richieste che riteniamo pregiudizievoli nei confronti dei figli. Miriamo a salvaguardare, in ogni contesto, il principio di bigenitorialità al fine di consentire ai minori di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambe le figure genitoriali.
Lo Studio ha maturato significativa competenza altresì nella redazione di patti di famiglia finalizzati alla trasmissione dell’impresa o delle partecipazioni sociali ai discendenti, prevenendo possibili liti in sede ereditaria, evitando la disgregazione dell’azienda ed assicurandone la continuità gestionale.
MISSION
I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini altrimenti chiamateli privilegi
Cit. Gino Strada
L′Avv. Lorusso è profondamente legata al mondo dell′Associazionismo e del Volontariato, e da anni si occupa di soggetti fragili e vulnerabili. La sensibilità maturata su questi argomenti viene applicata anche nell′assistenza legale che presta ai suoi assistiti, nella quale l′analisi del singolo caso viene inserita in una fenomenologia complessa, finalizzata a tutelare il cliente a 360 gradi, sia nella consulenza preliminare che nell′assistenza in fase contenzionsa e non contenziosa. Ha acquisito notevole esperienza in ambito internazionalstico, internazional privatistico, diritti umani, diritto antidiscriminatorio, famiglia e minori.
La condizione dello Straniero
Approfondimenti e riflessioni sul pensiero Arendtiano
Come è possibile rimanere stranieri all'interno di una società e come può essere concepibile che ciò continui ad avvenire in società che hanno, a partire da meccanismi di inclusione ed esclusione, compiuto atrocità nei confronti del genere umano?
Questo tipo di domanda invita a ricercare le ragioni che permettono ancora oggi la sopravvivenza di meccanismi di ′ferrea inclusione o di pesante esclusione′ in un paese come l′Italia che continua ad assistere all′esodo di masse di indigenti vittime di tutta una serie di soprusi da parte di quelle associazioni criminali che ne gestiscono illecitamente i movimenti, e a causa delle quali abbiamo assistito a disastri ripetuti con numerose vittime di naufragi proprio nelle acque che bagnano le nostre coste.
Contestando questo privilegio di inclusione, riservato ad alcuni e che gioca a discapito di altri, Arendt presta frequentemente attenzione a quelle figure che vengono emarginate, fino a trovare una figura di riferimento che diviene rappresentativa. La critica dell′assimilazione percorre l'intera opera arendtiana e trova il proprio centro di riferimento nella figura del ′paria′ - l′ebreo che, come gli ′intoccabili′ delle caste indiane, si trova a vivere ai margini della società. La condizione degli ebrei nel periodo compreso tra la prima e la seconda guerra mondiale diviene in particolare il paradigma, nelle pagine arendtiane, di una condizione di esclusione destinata ad estendersi, anziché contrarsi, nella lunga storia del Novecento.
Basti pensare al mondo in cui oggi viviamo, nel quale una nuova generazione di esclusi ′apolidi, migranti e rifugiati′ pone seri interrogativi a società che credevamo ormai immuni da mali etici e politici come le violazioni dei diritti fondamentali.
Per tale ragione potrebbe rivelarsi produttiva non solo una rilettura in questi termini del pensiero arendtiano ma anche l'utilizzo dello stesso per concepire un metodo che miri ad una rivalutazione di quei periodi storici che hanno preteso un cambiamento universale ma che hanno soltanto determinato dei vantaggi solo per parte della comunità. Il diritto alla cittadinanza divenendo un vero e proprio privilegio, per esempio come per chi vive in paesi dell'occidente ricco, garantisce alcuni esseri umani e ne rifiuta di fatto degli altri.
Se vogliamo cogliere l′aspetto più radicale della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, dobbiamo affermare che in ogni persona vi è un cittadino, un membro della polis in cui la persona vive, un essere libero e responsabile, titolare di eguali diritti e protagonista dell′interazione sociale.
Lo scopo del pensiero arendtiano, a proposito della condizione dello straniero, si rivela essere attuale e invita a una rilettura del problema coerente con le intenzioni dichiarate in documenti quali la Dichiarazione universale dei diritti umani; non si tratta di concedere con uno slancio di imprudenza il diritto alla cittadinanza a chiunque la richieda, ma di chiedersi quale coerenza possa avere parlare di diritti universali se poi vengono ad essere dei diritti che tutelano soltanto alcuni. E' necessaria una revisione di questi meccanismi affinché il dispositivo innescato dall′esclusione non finisca per essere un nuovo modo per evitare l'annientamento.
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